Il tartufo, pregiato fungo ipogeo, è tra i prodotti più preziosi che vi siano in commercio e nei nostri boschi: il territorio abruzzese è tra i luoghi più fertili del Bel Paese.
Cucinarlo è semplice e alla portata di tutti, ma ci sono alcuni piccoli errori da evitare per non inficiare il suo sapore e non rischiare di rovinare interamente il prodotto.
Scopriamo insieme come non commettere sbagli “fatali” che potrebbero impedire di assaporare la bontà di un ingrediente così tanto prezioso e che è possibile acquistare nel nostro shop online!
Gli errori da evitare quando si cucina il tartufo
In natura esistono molte varietà di tartufo che si contraddistinguono per odore e sapore. Gli esperti ne hanno contate più do 60 di cui solo 9 risultano essere commestibili per l’uomo e presenti sul mercato. Puoi scoprire alcune varietà all’interno del nostro sito.
Analizziamo insieme quali sono gli errori da evitare per non rischiare di rovinare il tartufo.
Lavare il tartufo sotto l’acqua corrente
Il modo migliore per pulire il tartufo è con l’acqua e attraverso l’ausilio di uno spazzolino dalla setole morbide.
La superficie del tartufo è molto porosa: lavarlo sotto il getto diretto dell’acqua potrebbe inumidire totalmente il fungo e renderlo inutilizzabile.
Il tartufo teme, infatti, l’umidità e si contraddistingue per la sua delicatezza. È necessario, quindi, trattarlo con estrema cura e attenzione, evitando i lavaggi violenti. Infine, è preferibile evitare di toccarlo spesso, in quanto – essendo composto per circa l’80% di acqua – perde facilmente le sue proprietà, se stressato eccessivamente.
Conservare il tartufo per troppo tempo in frigorifero
È importante che il tartufo non sia lasciato per molto tempo all’interno del frigorifero per non rischiare che ammuffisca. Quando viene conservato, per evitare che prenda molta umidità, è consigliabile avvolgerlo nella carta da cucina e metterlo dentro un contenitore di vetro in modo che non assorba gli odori. È importante, infine, cambiare la carta da cucina tutti i giorni per eliminare l’umidità in eccesso ed evitare che il prodotto diventi inutilizzabile.
Il tempo di conservazione del fungo è differente: il tartufo nero può essere consumato entro 7 giorni mentre quello bianco dopo 5 giorni.
Se si vuole trasferire parte dell’aroma del tartufo a ingredienti come uova o riso è possibile inserirli, anche, all’interno del contenitore utilizzato per conservare il prodotto.
Ci sono, inoltre, tecniche di conservazione differenti rispetto a quella tradizionale appena descritta: il tartufo può, infatti, essere congelato sottovuoto, intero o grattugiato, per circa 12 mesi. Il suo aroma permeante, tuttavia, in buona parte sarà perduto e una volta tolto dal freezer dovrà essere immediatamente utilizzato, prima che si scongeli completamente.
Il tartufo, inoltre può essere conservato – sempre nel congelatore – immerso nel burro o nell’olio: in questo modo può essere utilizzato per aromatizzare numerosi piatti.
Cucinare il tartufo quando è freddo
Un errore da evitare è quello di cucinare il tartufo immediatamente dopo averlo tolto dal frigorifero. È necessario, infatti, attendere almeno un’ora in modo che il prodotto possa sprigionare nuovamente il suo aroma. Quest’ultimo è differente in base alla tipologia di tartufo: mentre il tartufo estivo, ad esempio, si contraddistingue per un aroma delicato, il tartufo uncinato ha un sentore più persistente e intenso.
Cuocere troppo il tartufo nero
Il tartufo nero, a differenza di quello bianco, si può scottare leggermente; esso, infatti, tollera meglio le temperature elevate. Va detto, tuttavia, che è è sempre preferibile aggiungerlo alla fine sul piatto. Il tartufo nero, infatti, pur reggendo le temperature, non dovrebbe essere mai rosolato o soffritto.
Il prodotto risulta molto buono nei ripieni e nei purè o come mantecatura finale, scottandolo per circa 30 secondi a fine cottura. Non dimentichiamoci mai che il tartufo sprigiona il suo aroma in modo perfetto solo se consumato al naturale!
Cuocere il tartufo bianco
A differenza del tartufo nero, che può essere leggermente scottato, il tartufo bianco non deve mai essere cotto.
Il prodotto è molto delicato e sensibile alle alte temperatura: se viene cucinato perde interamente le sue qualità e il suo aroma. Il tartufo bianco deve essere utilizzato, dunque, interamente a crudo, tagliato preferibilmente in sottilissime fette per guarnire i piatti caldi con l’apposito affetta tartufi. Bastano solo dai 3 ai 5 grammi per aromatizzare i piatti caldi e freddi.
Non comprare l’affetta tartufi
È fondamentale dotarsi di un’affetta tartufi prima di iniziare ad utilizzare il prezioso ingrediente. L’affetta tartufi consente, infatti, di controllare la quantità di tartufo da mettere sopra il piatto e di verificare lo spessore di ogni fetta.
Utilizzare aromi forti
I sapori molto forti abbinati al sapore del tartufo rischiano di far perdere l’aroma del prodotto. È preferibile, quindi, utilizzare il tartufo all’interno di ricette molto semplici come pasta, riso, uova o patate.
Ora che conosci gli errori da evitare nel trattare il tartufo non devi fare altro che recarti nel nostro sito e acquistare i migliori tartufi freschi presenti sul mercato!